Vino italiano negli Usa tra Corona Virus e dazi

Qual è lo scenario possibile per il vino italiano oltreoceano? L’emergenza sanitaria sta paralizzando un’economia già traballante.

L’emergenza Corona Virus sta arrivando anche dall’altra parte del globo e ormai è allarme rosso, sanitario ed economico, anche negli Stati Uniti. Come stanno reagendo all’emergenza sanitaria legata al Corona Virus gli operatori commerciali americani? Che tipo di ripercussioni sta avendo la situazione italiana sul business del vino e che scenario futuro intravediamo all’orizzonte?
Abbiamo rivolto queste domande a Steve Raye, americano, consulente di marketing e presidente di Bevology Inc., società specializzata in marketing internazionale di vini e spiriti.

Che opinioni raccoglie dai suoi contatti del trade americano?
L’industria del vino in America – a tutti i livelli – è preoccupata sia per l’incertezza causata dall’emergenza coronavirus che per le questioni tariffarie, che rimangono in ogni caso aperte una volta cessata l’emergenza.
Stiamo assistendo a molta esitazione in termini di ordini, in particolare per quanto riguarda potenzialmente i prodotti europei tassati: specialmente vini francesi, scotch whisky e altre categorie.
Non dobbiamo sottovalutare neanche la questione economico finanziaria del Paese. I mercati finanziari hanno già “valutato” l’impatto del coronavirus e nel mentre stiamo vivendo una significativa volatilità del mercato azionario americano: la borsa sta avendo un tracollo. La Federal Reserve ha abbassato i tassi di interesse e i mutui immobiliari negli Stati Uniti sono scesi a livelli mai visti prima.

Cosa ne pensa il trade delle fiere rimandate o cancellate?
Si è parlato tanto delle fiere: Prowein cancellata per quest’anno e Vinitaly posticipata a giugno. Per molti dei contatti con cui ho parlato queste due fiere non sono allo stato attuale rilevanti per il trade americano. Molti importatori e distributori pensano di rimanere fermi con gli assortimenti a disposizione e non hanno intenzione di fare altri ordini o comunque inserire nuovi prodotti.

Che impatto avrà questo sul vino italiano negli USA?
Non possiamo saperlo ad oggi. Sicuramente ad oggi c’è grande indecisione e nessuna azione da parte del trade americano nei confronti dei vini italiani. Sicuramente anche i brand già consolidati negli USA troveranno per lungo tempo incertezza, esacerbata anche da notizie negative, speculazioni e cattive informazioni che girano su internet.

Un possibile scenario futuro?

Facciamo un ragionamento anche a più ampio spettro, unendo i vari pezzi della questione. La decisione sulle tariffe per l’Italia è stata semplicemente rimandata, non cancellata, senza informazioni su quando, dove o cosa potrebbe farla riemergere.
Il coronavirus ora minaccia di rovesciare il commercio globale sia in termini logistici che di timore generale e dunque di nuove opportunità commerciali. Inoltre si aggiunge la complicazione per un’economia che potrebbe entrare in recessione: stiamo tutti cercando di dare un senso a cose che non abbiamo mai visto prima, sia individualmente che collettivamente.

Steve Raye ha scritto un interessante libro su come entrare nel mercato americano. 
Agnese Ceschi